lunedì 12 luglio 2010

A chi daresti due sberle?


Un italiano su due non pensa al proprio futuro (economico).
E i vecchi – secondo l’ultimo rapporto del consorzio Patti Chiari - hanno una cultura finanziaria superiore del 50% a quella dei giovani.
Cioè l’Italia di domani ne saprà ancora molto poco.
A meno che…
A meno che in questo paese la cultura finanziaria, adesso calcolata da un indice (ICF) che va da 0 a 10 come a scuola (e siamo a una media nazionale del 4,3: bassa come il voto di una verifica in greco), venga calcolata in sberle.
Hai toppato con il mutuo? Tre sberle.
Hai clamorosamente fallito nella scelta di un fondo? Due sberle.
Insisti a comprare i Bot per il lungo periodo e azioni per il breve? Cinque sberle (e un calcio negli stinchi).
Ma il passo successivo sarebbe calcolare il sberle anche il danno di chi ci induce a queste scelte vergognosamente sbagliate.
Tanti giornalisti ne uscirebbero con la faccia perennemente tumefatta.
Tanti bancari dovrebbero girare con il casco.
Certi banchieri, probabilmente, assumerebbero degli stuntman come controfigure.
No, le sberle non risolverebbero altro, se non la nostra immensa voglia di sfogarci.
Perché, in ogni caso, resteremmo ignoranti e facili prede.
Alla fine il rapporto individua lo strumento di azione nello “sforzo congiunto” per migliorare il livello di educazione finanziaria in Italia.
Enti, industria bancaria e finanziaria, media, scuola e associazioni dei consumatori: tutti insieme “congiuntamente” devono trovare un modo per sollevare la cultura del risparmio, nella consapevolezza che sia un elemento essenziale per la prosperità economica di ogni nazione.
Felici per queste belle parole.
Ma, se capita, anche due sberle proprio no?

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