venerdì 10 settembre 2010
Ti faccio il Pil e il contropil...
Diceva ieri l’Ocse: la vostra economia è a rischio di arretramento.
Dice oggi l’Istat: il Pil sale, siamo usciti dalla crisi.
Sembra un duello a colpi di cifre, forse lo è, ma se la matematica non e’un’opinione, i dati sono difficilmente comparabili, ed è come se parlassero lingue diverse.
E’ vero che l’Istat annuncia un aumento dello 0,5% della nostra ricchezza nazionale nel secondo trimestre rispetto al precedente, miglior risultato da 4 anni.
Ma è altrettanto vero il dato raggelante dell’Ocse che, con tutti i margini di errore previsti (+/-1,5%), prevede comunque un potenziale -0,3%, ma lo fa per il terzo trimestre.
E il nodo, in questo ennesimo strascicato malinconico dibattito sul tentativo di accreditare all’Italia la maggiore capacità di reazione alla crisi possibile (manco fossimo scemi e non ci fossimo accorti di come stiamo), è tutto qui: l’Ocse – come un’indovina - fa una previsione sul futuro, l’Istat – come un ragioniere - si riferisce al passato.
L’avvertimento, sottile, una vera gufata, è che siamo usciti dalla crisi tra aprile e giugno, ma rischiamo di rientrarci – dice l’Ocse – tra luglio e settembre.
PS: il capo economista dell’Ocse è italiano e si chiama Piercarlo Padoan. Non che così faccia meno male…
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