sabato 5 giugno 2010

La potenza è nulla senza controllo


E' veramente curioso.
Negli ultimi due anni sono state usate tonnellate di inchiostro e qualche miliardo di litri di fiato per tentare di spiegare al mondo che la crisi era nata da una mancanza di regole o, quando c'erano, dalla loro inadeguata applicazione.
Abbiamo assistito a summit, e a summit sui summit (senza contare i "framework", i "protocolli" e le "intese") che, oltre a regalare indimenticabili weekend in posti ameni ai capoccioni dei principali governi dei principali paesi dei principali continenti, avevano l'obiettivo altissimo e sacrale di regalarci regole.
Regole sulla finanza, sull'economia, sui derivati, sui mutui, sulle imprese, sulla concorrenza.
Due anni dopo, nel momento in cui la prima grande economia del mondo spende energie (finalmente) concrete nella loro elaborazione, noi andiamo esattamente nella direzione opposta.
"Meno regole per tutti": è questa la ricetta del rilancio dell'economia nel nostro paese. Ma è bene non confondersi: il liberismo di cui si parla per cercare quanto meno di rendere l'intervento orecchiabile, è proprio un'altra cosa, e comunque è nato in culture e paesi dove la tradizione all'autoregolamentazione e al diritto sono molto radicate.
Se però vi piace l'idea di aprire un ristorante senza licenza è venuto il vostro momento.
E' vero che viviamo un eccesso di leggi e leggine, ma che diventi possibile fare tutto quello che non è proibito fa assumere alla proposta contorni al momento un po' inquietanti.
Ricordate, lo diceva anche la pubblicità: la potenza è nulla senza controllo.

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