venerdì 26 novembre 2010

Missione bontà: selexionate il vostro missile preferito...


Armi di Stato: volendo semplificare, è questo che si dice quando si pensa a Finmeccanica.
Che siano poi radar o elicotteri, la differenza è minima, e resta il fatto che si parla comunque della seconda società industriale del paese dopo Fiat, l’ottava del settore a livello mondiale.
Un orgoglio nazionale, certo. Ma soprattutto una società a controllo pubblico che dopo spezzatini, ristrutturazioni e diversi cambiamenti di orizzonte strategico, compresa una parziale privatizzazione, ha avuto un nuovo decollo.
Per un motivo semplice: l’industria delle armi – come quella dei farmaci – non conosce crisi e, strano ma vero, a sbirciare le finanziarie di mezzo mondo le spese per il settore o aumentano o non diminuiscono. Un esempio: basti pensare che la nostra missione in Afghanistan costava e costerà 40 milioni al mese, niente tagli, che sia poi di pace o di guerra non sarà mai facile dirlo.
Ma con chi fa affari Finmeccanica?
Pecunia non olet, quindi con tutti. E per arrivare alla considerevole cifra dei 18 miliardi di fatturato, nel 2009, l’elenco spazia dalla Turchia al Pakistan. Nel rapporto di sostenibilità, recentemente presentato a Milano in Cattolica, si dice che il gruppo è un libro aperto solo per investitori e clienti “socialmente responsabili”. Fatto sta che Finmeccanica è esclusa dalla lista di molti fondi etici.
Difficile però che gli azionisti gliene facciano una colpa: Finmeccanica nell’anno orribile della crisi per tutti, ha aumentato i ricavi del 21%. E continua nel suo volo: basta scorrere l’elenco ufficiale dei suoi comunicati stampa e, solo a novembre, si legge di 4 commesse che valgono oltre due miliardi di euro. Oltre un terzo della manovra.
Uno e mezzo, notizia di ieri, in arrivo dalle ferrovie russe per l’alta velocità. Notizia apprezzata in Borsa, dove oggi, in piena bufera, il titolo ha retto (anzi, ha gudagnato il 2%) solo per questo.
Un segno, forse, dello stato di grazia in cui vive Finmeccanica dopo anni di rapporti difficili con il potere politico, risolti – anche - assicurando spesso posti in azienda a molti parenti di noti politici: Mastella, Marini, Forlani, Mussolini, Sarmi. Elenco lungo, perché in Finmeccanica si è tenuto conto di ogni equilibrio.
Materia in cui il presidente e amministratore delegato, è considerato maestro: amico e conterraneo del ministro Altero Matteoli – siamo tra Livorno e dintorni - Guarguaglini ha sempre avuto ottimi rapporti con esponenti di spicco del centrosinistra, come Amato e D’Alema. Ed è in queste ore che si capirà se e quanto, questi rapporti, contano.

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